Ho avuto il privilegio di avere, come Maestro di Pugilato, negli anni in cui l’ho praticato, Ottavio Tazzi, uno dei migliori allenatori tra gli Anni Settanta e gli Anni Novanta.
E’ stato il Maestro, termine oggi pronunciato quasi con vergogna in alcuni casi, ed abusato in altri, mio e di tanti ragazzi per almeno trent’anni.
Dal Campione del Mondo al Novizio
E’ stata una persona a cui ho voluto bene come ad un padre, sebbene lo sport, ai tempi, avesse una interpretazione e connotazione ben diversa da quella odierna.
Se ti assentavi per lunghi periodi dalla palestra, al ritorno, ci voleva del tempo prima che venissi nuovamente seguito.
In palestra arrivavi e facevi quello che ti dicevano di fare.
Se per una settimana non facevi “passate” o “guanti” (lo sparring), ti ponevi il problema che fossi tu inadeguato e non che il Maestro ti ignorasse ingiustamente.
Quando dovevi combattere lo sapevi arrivando in palestra.
Trovavi il tuo nome abbinato a quello del tuo avversario, con indicato luogo, data della riunione e peso da fare quel giorno.
Nessuno ti chiedeva se te la sentissi. Volevi combattere. Dovevi sempre essere pronto.
Eppure Il Maestro Tazzi è sempre stato un Uomo, in un ambiente così ruvido, gentile e paterno con chi lo meritava.
Potrei raccontare tanti episodi, ma credo che basti.
Non era meglio e non era peggio di oggi.
Era solo diverso.