Un gigantesco Brock Lesnar, quello che ha affrontato Mark Hunt nella edizione 200 dell’UFC.
Così gigantesco da essere stato trovato positivo ai controlli anti-doping, che dovranno peraltro essere confermati.
A conti fatti l’UFC 200 può essere considerato come uno dei più grandi flop, in relazione alle aspettative della vigilia.
Jon Jones fuori (anche lui per doping), Ronda fuori, McGregor e Nate Diaz non si sono accordati per il rematch.
Brutti i match della card principale: Lesnar-Hunt e Cormier-Silva.
Miesha Tate ha perso il titolo contro Amanda Nunes, che di certo non sarà mai una regina del PPV.
L’UFC ha rispolverato il vecchio Brock nel tentativo di riportare ai vecchi splendori l’UFC. 
Tra il 2008 ed il 2011 Lesnar ha fatto parte del periodo d’oro della promozione americana. Un periodo in cui lui garantiva straordinari vendite in PPV, circondato da campioni quali Georges Saint Pierre, BJ Penn, Randy Couture, Cain Velazquez, Anderson Silva e Jose Aldo.
Oggi l’UFC vive di “trash talking”, di un Conor McGregor che non rimarrà di certo imbattuto per dieci anni, di Ronda Rousey distrutta da Holly Holm, a sua volta battuta da Miesha Tate, poi sconfitta  dalla Nunes.
Non ci sono Pesi Massimi di grande richiamo, se si esclude Cain Velazquez, che in tre anni ha combattuto tre volte.
L’UFC ha venduto con un gran tempismo. Rimane le MMA e non un evento di MMA, ma le difficoiltà per i cinesi, che lo hanno appena rilevato, saranno quelle di ricostruire una base di campioni, che oggi o si sono ritirati o sono ampiamente passati.
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