Fino alla sconfitta, i limiti di un atleta non vengono evidenziati.
Non ricordo chi lo affermasse, ma riassume una verità assoluta.
Non sono un fan di Ronda Rousey, che si propone con arroganza e supponenza, credo, convinta del fatto che nessuno possa, almeno fino a Sabato notte, impensierirla.
Occorre però analizzare fatti ed eventi con lucidità. Chi prima era entusiasta di Ronda, considerandola imbattibile, non può, oggi, ritenerla un fighter sopravvalutato.
Gli stessi che pensavano potesse affrontare Mayweather, oggi ne criticano le capacità di striking, il “footwork” assente, l’andare avanti dritto per dritto a testa alta.
Molte verità, che possono condurre alle cause della sua sconfitta. Ma tutto questo non si era notato anche nelle precedenti uscite? La sola differenza consiste nel fatto che nessuno sia riuscito a capitalizzare.
Ronda Rousey ha sempre vinto battendo rapidamente avversarie a lei troppo inferiori nel grappling, riuscendo ad imporsi grazie ad esperienza e capacità atletiche nettamente superiori. Non per nulla è stata una atleta top nel Judo.
Le cose sono cambiate quando ha affrontato Holly Holm, che è stata un pugile di livello assoluto, che è riuscita ad imporre la sua esperienza, senza essere travolta da un punto di vista atletico.
La Holm è il corrispettivo della Rousey, a parti invertite: lei ha eccelso nei colpi, la Rousey nel Grappling.
Non credo molto sia cambiato, rispetto a due giorni fa, se non il fatto che, per essere battuta, Ronda Rousey deve essere affrontata da avversari di pari esperienza sportiva, capaci di trovare, grazie anche al lavoro di squadra, le contromiusure al suo stile.
Eppoi, perché non riflettere sull’ultimo anno di Ronda Rousey. Tra film, inviti in tv, libri, difese del titolo, ha probabilmente allentato la presa.
Ed è accaduto nel momento sbagliato.