Non credo all’utilità di una “quota rosa”, né nella vita di tutti i giorni, né nello sport, né in alcuna attività della nostra società.
Ci potrà essere una sola donna o 100 in un determinato contesto. Dipende da quanto siano realmente capaci.
E’ però altrettanto vero che, all’interno di una Accademia, la presenza femminile assicura un valore aggiunto, in un ambiente spesso dominato da un “machismo” di quart’ordine.
Vedere ragazze e donne che si allenano e lottano è il vero segnale di quanto la loro presenza possa arricchire un qualsiasi gruppo.
Lo sport è per tutti, senza preclusioni e, spesso, sono proprio le ragazze ad esserne la dimostrazione più limpida.