Roberto Cammarelle non ce l’ha fatta a replicare la vittoria olimpica di Pechino. Ha perso in finale, battuto da un pugile inglese, al termine di un match che certamente aveva vinto.
Le Olimpiadi rappresentano il massimo appuntamento sportivo per qualsiasi atleta che vi possa partecipare e rappresentano il culmine di un percorso di preparazione lungo quattro anni.
Perdere una Olimpiade non sempre vuol dire potersi riscattare. Quattro anni, per un atleta, sono una eternità. Cammarelle non potrà sicuramente aspirare ai Giochi di Rio, quando sarà trentaseienne.
Il Pugile italiano aveva certamente battuto il suo avversario, ma, quel che ha colpito in questo ragazzo misurato e modesto, è stato lo stile con il quale ha accettato un verdetto doloroso e mortificante.
Si è congratulato con l’avversario, ha applaudito il pubblico inglese ed ha partecipato, a testa alta e con dignità alla cerimonia di premiazione, con la consueta calma e compostezza.
Se il Pugilato, ancora una volta, ha detto una pessima immagine di sé ai Giochi Olimpici, Cammarelle ha innalzato al massimo prestigio la sua immagine umana.
Rimane la tristezza nel vedere uno Sport, il Pugilato, tristemente delegittimato da queste incredibili situazioni che ne pregiudicano la credibilità ed autenticità agli occhi del pubblico, accelerando il triste declino al quale si è ormai avviato da diversi anni.
Rimane la tristezza nel vedere uno Sport, il Pugilato, tristemente delegittimato da queste incredibili situazioni che ne pregiudicano la credibilità ed autenticità agli occhi del pubblico, accelerando il triste declino al quale si è ormai avviato da diversi anni.
Roberto Cammarelle, di suo, ha arricchito tutti di una lezione di Sport a tutti e di questo dovremmo ringraziarlo, più ancora che per le soddisfazione che ha dato come formidabile Atleta.