Ogni luogo nel quale si allenino degli atleti, a qualsiasi disciplina essi appartengano, assume una identità, ovvero una sua connotazione e peculiarità che la rendono differente, più o meno, dagli altri luoghi.
Da noi, oltre a cercare di formare, per quanto nei modesti tentativi di chi insegna, un atleta completo (parlo di Jiu Jitsu/Grappling/MMA), in grado di difendersi in piedi ed a terra, con uno stile solido e concreto, ma anche pronto a catturare le novità ed i cambiamenti che si sviluppano nel tempo, si cerca di formare dei ragazzi che abbiano una preparazione mentale e fisica che ne forgi testa e corpo nel momento della competizione.
Per chi aspiri a competere con buone intenzioni, viene richiesta una preparazione atletica che, nel tempo, costruirà un atleta di altissimo condizionamento. Rimane fermo il discorso per cui alle gare di Jiu Jitsu o Grappling chiunque si alleni con passione e volontà potrà partecipare senza alcun problema, testando il piacere della competizione.
Discorso differente per le MMA, dove, attraverso un metodo abbastanza semplice, nel giro di un paio di allenamenti si fa la selezione tra chi voglia provare e chi invece voglia fare “sul serio”. Alle prime avvisaglie di come funziona i meno determinati accuseranno infortuni, problemi di orario, familiari e/o di lavoro.
Se torniamo invece al Jiu Jitsu e/o al Grappling, da una parte chiunque potrà provare a cimentarsi in una competizione, ma d’altro canto, solo coloro che avranno speso più tempo sul tatami otterranno i risultati migliori.
Spesso a parità o affinità di livello tecnico, i nostri hanno primeggiato grazie alla condizione fisica ed al temperamento. Verso questi ragazzi, non vergogno di ammetterlo, ho profondo rispetto e considerazione. Si allenano in Accademia e fuori di essa, quasi sempre due volte al giorno.
Sono questi ragazzi che trascinano il gruppo, che vincono tornei contro 3-4-5 o 7 avversari. Sono loro che non mollano mai, a differenza di chi preparerebbe un Mondiale con Vieira allenandosi in una settimana quanto lui si allena in mezza giornata.
Nei nostri corsi si fondono amatori ed agonisti, ma secondo uno spirito unico, perché tutti assieme ci si allena. Ed è in questo contesto che ci si guadagna il rispetto e la stima dei propri compagni di allenamento. Quando si condivide la fatica prima di una gara importante, in cui si vuole andare per vincere. Ed è in questo contesto che, al contrario, coloro che non “vivono” l’Accademia come luogo di amicizia e di unione, anche se vinceranno una gara, non faranno mai parte di coloro che sono la vera forza su cui si può contare.
Il vero spirito del lottatore è di coloro che si sentono anche fuori dall’Accademia, che condividono la propria passione mantenendosi informati ed aggiornati su ciò che accade nella disciplina che praticano e che, a fine allenamento, non timbrano alcun cartellino, ma socializzano con gli altri e si trattengono quei 5 minuti che fanno comprendere che quella sera si è stati bene nel gruppo.
Praticare vuol dire vivere ogni giorno lo Sport, non solo quando si varca la porta dell’Accademia.
Spero che in queste righe sia emerso il “carattere” e l’identità della nostra Accademia, che non cambieremmo per alcun altro posto al mondo ed in cui ci sentiamo a casa.