Il Jiu Jitsu è un’ Arte Marziale non formalizzata attraverso codici univoci, sia da un punto di vista didattico che di regolamentazione e strutturazione interna di un gruppo. Motivi, questi, che renderanno assai facile trovare notevoli differenze di “impostazione” tra Scuola e Scuola.
I rapporti tra Allievi ed Insegnanti generalmente si smarcano dalle convenzioni che caratterizzano le Arti Marziali tradizionali, quasi “abolendo” ogni tipo di formalità.
Ciò che, al contrario, rende il Jiu Jitsu simile alle AM tradizionali, se non ancora più tetragono, è l’aspetto relativo alla fedeltà alla Scuola di appartenenza. Nel DNA del Jiu Jitsu esiste, in maniera molto forte, l’idea ed il senso di appartenenza ad una comunità, che si unisce attorno ad un nome.
I migliori atleti di una palestra sono coloro che sono nati e cresciuti in quella Scuola e solo raramente coloro che peregrinano alla costante ricerca dei lidi migliori, saranno poi atleti di livello.
Come modesto insegnante di una Accademia di Jiu Jitsu, ciò che valuto quale valore primario in uno studente sono la lealtà, la fedeltà ed il senso di di appartenenza.
Accadimenti della vita, fatti personali ed anche, perché no, scelte, potranno far sì che un praticante si allontani verso un’altra Palestra. E’ nella natura delle vicende umane. Bisogna saper accettare le scelte ma…purché queste siano fatte a viso aperto, da uomini e non da…CREONTE.
In Brasile e nella comunità del Jiu Jitsu in genere, con questo termine si identifica il traditore, colui che lascia la sua palestra, non avendo nessuna bandiera da difendere. Il CREONTE é l’impiegato del Jiu Jitsu: pratica, esce dalla palestra ed è in diritto di cambiar “posto di lavoro” non appena questo gli tornerà più comodo, dimenticandosi che egli non è CREONTE solo per la palestra che lascia, ma anche per la palestra in cui accede che, trattandolo come tale, approfitterà solo di quanto più venale e veniale possa offrire.
Qualsiasi praticante ha, secondo la filosofia che regola l’attività della nostra Accademia, il diritto di potersi allenare anche altrove (ovviamente con un minimo di regola e qualora questo, soprattutto in particolari circostanze, possa giovare alla crescita individuale), così come aderire a seminari ed incontri che si svolgano presso altre Accademie. Tali iniziative vengono incoraggiate. Vengono indicati i luoghi e le persone che più potranno aiutare agli interessati. E lo studente potrà contribuire, vedendo nuove realtà, alla crescita ed al progresso tecnico del suo stesso Team, trasferendo in esso ciò che avrà imparato altrove. Ma, tutto ciò, visto che siamo in una comunità sociale e civile, dovrà avvenire attraverso il dialogo e la condivisione. Se questo avvierrà invece in maniera subdola e “sotterranea”, si apriranno seri dubbi circa la moralità e correttezza del “protagonista”. Noi siamo presenti in tutte le iniziative agonistiche qualificate e di interesse, indipendentemente da chi le promuova, perchè la chiusura nel proprio ambito non genera progresso.
Come chiedo condivisione nelle iniziative dei ragazzi, così io stesso condivido con loro le scelte ed i perchè delle scelte, rendendoli partecipi e protagonisti delle attività che andremo a fare, parlando loro con franchezza e sincerità.
Non abbiamo mai avuto casi di “creontismo”, perché, sono certo, sarebbe il gruppo stesso ad espellere colui che manifestasse l’intenzione di esserlo.
Come chiedo condivisione nelle iniziative dei ragazzi, così io stesso condivido con loro le scelte ed i perchè delle scelte, rendendoli partecipi e protagonisti delle attività che andremo a fare, parlando loro con franchezza e sincerità.
Non abbiamo mai avuto casi di “creontismo”, perché, sono certo, sarebbe il gruppo stesso ad espellere colui che manifestasse l’intenzione di esserlo.