Clark Gracie è uno degli esponenti di spicco della famiglia Gracie e del Jiu Jitsu degli ultimi anni. E’ celebre per l’omoplata, una tecnica che ha sviluppato molto, rendendola arma micidiale nel suo arsenale.
In questa intervista/documentario, Clark parla di come viva il suo essere un Gracie e di come, in fondo, lui lotti per se stesso, prima ancora che per la famiglia.
In ordine sparso, i suoi pensieri: “Quello che interessa non è il mio cognome, ma chi sono. Non ho una buona tecnica perché sono un Gracie, ma perché sono Clark”.
“Ho avuto delle cinture nere più anziane di me che mi hanno detto: Esci allo scoperto e gareggia. Fregatene del nome che hai. Sfida te stesso e gareggia per te stesso e non per gli altri, perchè, alla fine, tu lotti per te stesso. E divertiti nel farlo”.
“Troppo spesso si pensa al Jiu Jitsu come ad un combattimento, invece che a un “gioco. Lavora in maniera fluida, prova, prova, prova. E’ il modo migliore per imparare, soprattutto nel periodo in cui stai crescendo. Prova nuove posizioni e nuove finalizzazioni, in maniera aperta. Cambia, cambia, cambia, non lottare chiuso, ma in maniera sciolta ed aperta. E’ così che il Jiu Jitsu si evolve”.
“Non pensare a migliorare, ma pensa a divertirti. In questo modo migliorerai. I ragazzi che più si divertono sul tatami sono quelli che spesso hanno più tecnica. Il surfer migliore è quello che si diverte di più”.