Sabato abbiamo ospitato un seminario di Sambo. Noi siamo una Accademia di Jiu Jitsu. Alcuni dei nostri gareggiano anche nel Grappling e combattono nelle MMA.
Da noi si studia il Jiu Jitsu quindi, ma non lo si pratica in maniera integralista o assolutista. Per questo motivo ci si adatta al Grappling, al No-Gi, ed alle MMA, ma non si trascura alcuno stile o disciplina che possano, in qualche modo, convergere verso il Jiu Jitsu stesso.
L’obiettivo è formare dei ragazzi che abbiano un patrimonio tecnico completo, secondo quel principio di continua ricerca ed innovazione che è stato proprio del Jiu Jitsu delle prime generazioni e che ora, al contrario, sembra si stia perdendo. Rifiutare di conoscere altre discipline, a mio parere, equivale a commettere il medesimo errore che i pionieri del Jiu Jitsu attribuivano ai praticanti di Arti Marziali tradizionali: l’immobilismo.
Per non cadere in questa condizione, abbiamo ospitato praticanti di Judo, Luta Livre, Lotta Olimpica e Sambo e da ciascuna disciplina è stato possibile estrarre qualcosa di utile e “nuovo” per lo stesso Jiu Jitsu.
Da noi non esiste alcuna preclusione, ma la massima apertura mentale verso tutto ciò che permetta di competere, indipendentemente dai regolamenti e dallo stile. Conoscere altri praticanti apre nuovi orizzonti, crea nuovi stimoli ed interessi e non sarà uno “scandalo” se qualcuno vorrà diversificare i propri interessi, bensì un valore aggiunto per tutta l’Accademia.
E Sabato, grazie a Vadim Kolganov, abbiamo potuto comprendere la bontà di questa scelta.
Proprio per per avere un Jiu Jitsu forte e vincente, studiamo e pratichiamo Jiu Jitsu, che è lo stile che prediligiamo, ma senza dimenticare che non siamo gli unici su questo pianeta.