Nei giorni scorsi violenti pioggie hanno colpito il Brasile, seminando morte e distruzione.
Questa terribile calamità ha colpito anche Popovitch ed i suoi genitori, che risiedevano nei pressi di Rio de Janeiro.
Una frana ha completamente distrutto la loro abitazione, uccidendo la madre di Popovitch e colpendo il padre, che ora versa in gravi condizioni presso un ospedale privato, dove il figlio ha preferito spostarlo per ottenere maggiore assistenza.
I costi giornalieri per la degenza sono di 1200 dollari, a cui si dovranno aggiungere ingenti spese per le  operazioni chirurgiche e per la riabilitazione post-operatoria.
In pochi minuti la vita di questo lottatore, che due mesi prima vinceva i Mondiali di Jiu Jitsu, si é malignamente rovesciata in un incubo: ha visto morire la madre, ha perso la casa in cui ila famiglia riponeva tutto ed ora si trova al capezzale del padre.
In Brasile, purtroppo, questa catastrofe ha costretto in analoga situazione migliaia di altre famiglie, per cui non sto scrivendo in favore di nessuno, perché ciascuno potrà comportarsi come meglio gli comanderà la coscienza. E chi vorrà, saprà come trovare informazioni.
Mi premeva però sottolineare alcuni dettagli, che, almeno per me, definiscono lo spessore di quest’uomo, così duramente colpito dal lutto e dalla tragedia.
Popovitch, per venire in Italia, mi ha richiesto condizioni davvero accessibili, ben lontane dalle “parcelle” che normalmente circolano e dichiarando la massima disponibilità a discuterle insieme a me, qualora non fossero adeguate. Per dormire mi ha chiesto “un qualsiasi albergo, anche estremamente economico, non importa di che livello sia…ma non ho problemi a dormire a casa di chi organizza il seminario o di uno dei ragazzi che parteciperanno”. Tutto questo renderà l’appuntamento alla portata di tutti, secondo quello che dovrebbe essere lo spirito di divulgazione di un’Arte Marziale.
Il 5 Marzo sarà passato solo un mese e mezzo da quanto accaduto a Popovitch. Vi tralascio parte della email che mi ha mandato, ma vi passo solo quattro parole: “I WILL BE THERE”.

Una risposta

  1. Incredibile come un atleta di questo livello abbia ancora cosi tanta umiltà d'animo…

    Tiferò per lui nei suoi prossimi incontri!

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