La pratica sportiva, come qualsiasi attività umana che comporti movimento ed azione, espone al rischio di infortunarsi.
L’atleta infortunato ha come primo obbligo di sottoporsi alle cure necessarie per avviare un recupero veloce, ma non affrettato.
Questo non significa che debba essere necessario assentarsi dall’attività sportiva.
So di atleti che hanno fatto ciò che potevano, pochissimi giorni dopo un intervento ai legamenti crociati del ginochio, così come ho assistito personalmente ad un ex atleta di livello internazionale, partecipare ad un seminario con una ingessatura.
Si fa quel che si può, ma quel che si può fare, va fatto.
Micro infortuni non possono continuamente rallentare la preparazione fisica, l’addestramento e l’aggiornamento tecnico.
Spesso, un infortunio anche grave, può rendere necessario sviluppare “alternative” motorie che porteranno miglioramenti, laddove prima si era carenti.
Un esempio su tutti è quello di Roberto Correa, uno dei migliori competitori degli Anni Novanta.
Correa subì un grave incidente ad un ginocchio, che non lo tenne fuori, praltro, dal tatami della sua Accademia.
Correa cominciò ad elaborare una posizione difensiva, che gli permetteva di “tutelare” la gamba infortunata. Elaborò a tal punto questa posizione, da continuare ad approfondirla anche una volta guarito.
Nacque la “Mezza Guardia”, una delle guardie più diffuse del Jiu Jitsu.
Allenarsi anche quando si è infortunati va fatto. Con prudenza, ma va fatto. Qualcosa, di certo, potrete fare.
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