Mackenzie Dern, dopo 5 sconfitte, sempre nell’Assoluto, batte Gabi Garcia, a cui deve una trentina di centimetri di statura e quasi mezzo quintale di peso.
Vince, nei 6 minuti del formato del World Pro, circuito professionistico del Jiu Jitsu, per una penalità che Gabi Garcia ha rimediato in apertura di incontro.
Il discorso relativo a vantaggi e penalità potrebbe essere discusso in maniera più profonda, ma rimane il fatto che il regolamento è quello e la Dern lo ha capitalizzato.
Dimostrando che il Jiu Jitsu è una disciplina tecnica, in cui il più piccolo può battere il più grosso, principio che affonda le sue radici fino ad Helio Gracie, attraverso questa lotta si dimostra esattamente l’opposto.
Il peso è determinante, così come avere forza e non è assolutamente facile avere la meglio, a parità di strumenti tecnici, su un avversario più imponente.
La lotta che vedete ne è la chiara dimostrazione. Mackenzie Dern ha difeso tutto il tempo. Non ha mai attaccato e non si è mai creata aperture (normale, del resto, con una belva come la Garcia).
E’ sopravvissuta e, come detto, ha capitalizzato la penalità rimediata dall’avversaria.
La lottatrice di San Paolo, ha peraltro evidenziato i suoi limiti tecnici, mai riuscendo a passare la guardia.
Se però si guarda la lotta, appare evdente che, con le regole attuali, Gabi Garcia avrebbe almeno ottenuto tre vantaggi, proprio nel tentativo di passare la guardia ed avrebbe ottenuto 2 punti per una proiezione inspiegabilmente non marcata a suo favore.
E’ la vittoria del piccolo (in questo caso, della piccola), sulla grande. Davide batte Golia, in quella che è l’essenza del Jiu Jitsu.
Ma, in realtà, Golia aveva, ancora una volta, vinto, come é più normale che accada in uno sport in cui si lavora tanto sulla forza (non a caso).
Stavolta però Golia non aveva strumenti tecnici sufficienti e, nonostante ciò aveva ottenuto 2 punti e 3 vantaggi.
Ma è il giorno di Mackenzie Dern ed è giusto che sia così. Ho visto la lotta in streaming ed ho tifato per lei, come tutti i “Davide”.