L’UFC 198, a Curitiba, città sede di un team storico delle MMA brasiliane e non solo: la Chute Boxe di Rudimar Fedrigo.
Quel team, nella sua maestosità, si è dissolto, contemporaneamente al PRIDE, poco meno di dieci anni fa.
Ma Curitiba vuole ancora dire MMA, se non, per qualche nostalgico, Vale Tudo.
L’altra sera in questa città si sono riuniti 45.000 tifosi, in quello che è stato un evento fortemente imperniato sui fighter brasiliani, quasi tutti, almeno i top, ormai ampiamente a fine carriera, se non anziani.
Il “main event” ha visto Jacare annichilire Belfort, dopo averlo portato al suolo e non avergli mai concesso via di scampo.
Jacare, la leggenda del Jiu Jitsu, capace di portare al suolo, in due occasioni, un olimpionico di Lotta Stile Libero, Romero, solo pochi mesi fa.
Maia ha battuto Brown, eseguendo un workshop di Jiu Jitsu e dimostrando, ancora una volta, quanto pulito e tecnico sia il suo stile, applicato alle MMA. Quasi una lotta, piuttosto che un combattimento di MMA.
Ma non ha vinto il Jiu Jitsu. Hanno vinto Jacare e Maia ed il Campione Werdum è stato messo ko in mezzo round.
Le MMA sono “oltre” il Jiu Jitsu, ma questo sport, che ha uno stretto legame con le MMA stesse, ha esercitato e continua ad esercitare una importanza immensa, nella elaborazione del combattimento.
Non è cintura nera di Jiu Jitsu Miocic, che ha messo giù Werdum, come non lo è Rockhold o Christine Cyborg, che ha esordito nell’UFC.
Ma non sarà certo facile lottare con nessuno dei tipi che ho menzionato e, in un contesto di MMA, sanno come difendersi nelle situazioni di “grappling”, sia in piedi, sia a terra.
Se non sono dei lottatori formidabili, praticando hanno comunque imparato ad opporsi alle situazioni di pericolo e rischio.