Esistono differenze notevoli tra la metodica di allenamento tecnico del Judo e quella del Jiu Jitsu, almeno laddove quest’ultimo venga studiato in maniera meno approfondita.

Nel Judo esiste la pratica dell’uchikomi, ovvero la ripetizione di una tecnica per un certo numero di volte, su diverse direzioni, ecc. 
Pare, peraltro, che l’uchikomi non migliori le capacità quanto i “drills”, ovvero, ad esempio, provare una tecnica con uke che oppone la massima resistenza. Per drills si può anche intendere lo sparring condizionato e moderato.
Nel Jiu Jitsu, viceversa, spesso vengono proposte 2-3 tecniche, totalmente scollegate tra loro e, nell’arco di 5-6 lezioni, vengono viste o si pretende che vengano viste 10-15 tecniche, con la presunzione che tutte siano state perfettamente acquisite.
Chi propone uno studio del Jiu Jitsu più accurato, propone in genere 1-2 tecniche, sulle quali, ad esempio, lavora per l’intera settimana, o comunque su più lezioni, proponendo varianti ed alternative, in modo da acquisirle nella loro totalità.
Spesso, quando invito Maestri a tenere seminari presso la mia Accademia, chiedo loro, se sono già stati presso di noi, di ripetere parte delle tecniche viste nel precedente appuntamento, dal momento che do per scontato che le stesse debbano ulteriormente essere approfondite. Il tutto nonostante ci attrezziamo quasi sempre con riprese video.
Tempo fa entrai in contatto con un Maestro, già lottatore di Judo, il quale, al termine di un periodo, nel quale ebbe in Accademia un noto Insegnante per una settimana, mi disse che avrebbe utilizzato quanto appreso in quei giorni per almeno un paio di mesi, compendiando il tutto con l’aggiunta di tecniche del suo repertorio.
Altre Accademie propongono il loro lavoro settimanale, che ha tutto una matrice comune, senza eccessivi svolazzi. Si prepara un tema e lo si studia in tutte le sue accezioni.
Il Jiu Jitsu ha delle sue basi imprescindibili, che ciascun praticante deve conoscere, diversamente, come dice Xande Ribeiro: “Ci sono ragazzi che fanno berimbolo, ma non sanno tenere una monta o finalizzare dai 100 chili. I miei ragazzi sanno farlo”.
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