Michele Bottai è uno dei volti nuovi delle MMA italiane ed un fighter
moderno (leggerete nell’intervista che ha combattuto in quasi tutti gli
sport da combattimento). Si tratta infatti di un combattente molto
spettacolare, in possesso di una Muay Thai di ottimo livello e di un
Grappling in costante miglioramento.
Michele si allena al Kurosaki Dojo di Pisa, sotto la guida di Giannessi e
Cecconi.
Appartiene ad una generazione di giovani fighters, mediatici e
comunicativi, fedeli agli eventi italiani dove sono nati e cresciuti,
ma sempre pronti a testarsi in ogni arena.
Al Dangerous Zone dello scorso Maggio, assieme a
Santagostino, ha dato vita ad un match di grandissimo livello
spettacolare e tecnico, in una battaglia durata dieci minuti.
Ciao Michele,
innanzitutto come stai?
Sono in forma e sto bene, grazie. Pronto per combattere ancora.
Parlaci di te, del tuo
background, di come ti alleni e dei tuoi prossimi impegni
Ho 25 anni e pratico arti marziali da sempre.
Dopo molti anni di Karate, mio padre è cintura nera di questa
disciplina, sono passato al Pugilato a 13 anni. Dopo poche settimane
sono però transitato nella Muay Thai, disciplina che ritenevo mi potesse
completare meglio.
Ho cominciato a competere verso fine 2005 nel K1 e nel 2006 è arrivato
il titolo italiano Thaiboxe, dopo il quale ho avuto un periodo di stop
di 2 anni, a causa di alcuni problemi fisici.
Sono tornato sul ring nuovamente nel 2009, vincendo il titolo italiano
K1, periodo nel quale ho incominciato ad avvicinarmi anche alle MMA.
Attualmente ho 26 mach all’attivo, 7 dei quali da professionista con 24
vittorie e due sconfitte.
Incarni l’ideale del
fighter moderno. Combatti di K1, di Thai, di Grappling e di MMA. Tra
queste quale è la disciplina che prediligi e per quali motivi?
Come agonista ho combattuto in tutti gli stili a parte il Full
Contact. Prediligo la Muay Thai o il K1, ma guardo con molto interesse
le MMA, che secondo me diventeranno lo sport da combattimento numero
uno in Italia.
Il tuo match con
Santagostino è stato davvero molto spettacolare. Hai vinto, ma credo che
nel Grappling, ad esempio, devi essere più competitivo. Sei d’accordo?
Il mach con Mauro è stato molto bello e duro a livello fisico,
senza un attimo di respiro e con continui capovolgimenti. Effettivamente
le mie conoscenze del combattimento a terra sono ancora modeste, il
minimo idispensabile per non farsi finalizzare ma ancora insufficienti
per portare il mio avversario al suolo. Per migliorare sto facendo
competizioni di Grappling e credo e spero che il tempo porterà i suoi
frutti.
Rappresenti una
generazione di fighters di MMA giovane, pronta a farsi onore. Quali sono
i tuoi obiettivi da qui a fine anno e quelli a più lungo termine?
Sono un ragazzo umile, per cui mi limito a dare il massimo in
ogni competizione che mi viene proposta. Conosco le mie potenzialità, ma
non sono un sognatore o uno sbruffone. Mi sacrifico e combatto dando
tutto, poi, ovvio, mi piacerebbe fare la carriera di Petrosyan, ma
questo è l’obiettivo che accomuna gran parte dei fighters, quindi
preferisco stare con i piedi per terra.
Che regime di
allenamento segui in vista di un match e con chi ti alleni?
Mi alleno ogni giorno almeno 2-3 ore e sono seguito molto bene
dai miei due allenatori Giannessi e Cecconi, ma colgo l’occasione per
ringraziare tutti in particolar modo D’Alessio che è l’attuale campione
del mondo di shootboxe, Neri,Bacci che mi seguono per quanto riguarda le
MMA, e poi Gagliotti che si dedica completamente a me per quanto
rigurda la Muay Thai. Il Kurosaki Dojo è una grande famiglia ed una
grande squadra!
In che categoria di
peso combatti e attraverso quale dieta lo raggiungi?
Il mio peso forma naturale è 70 kg, ma il 12 Giugno sarò in
Francia a disputare il titolo europeo di Muay Thai professionisti nella
categoria 68kg e scendere di due chili per me non è affatto facile.
Seguo una dieta a base di riso integrale e carna bianca, senza
condimenti.
Seguire puntigliosamente la dieta è veramente dura!!
Da atleta, che cosa
credi si debba e si possa migliorare negli Sport da Combattimento in
Italia?
La differenza che più noto rispetto all’estero è la borsa dei
match. Qui da noi di fatto non esistono borse, soprattutto se
consideriamo i rischi che corrono gli atleti in queste discipline.
Qualche soldo sarebbe poi un buon incentivo per invogliare nuove leve.
In secondo luogo la scelta degli accoppiamenti spesso è fatta in modo
poco serio ed in maniera squilibrata, senza considerare quanto possa
essere pericoloso un accoppiamento sbilanciato.
Hai un ampio seguito
di amici e tifosi, cosa rara per chi combatte nelle MMA. Che cosa ti
rende così amato dal pubblico?
Si ho molti fans, a volte mi stupisco anch’io di questo perchè
trovo persone che mi riconoscono e mi salutano anche fuori dalla mia
città. Queste sono piccole cose, ma sono quelle che ti danno una grande
carica, anche nelle situazioni più difficili, come ad esempio nella
preparazione dei match.
Credo di piacere al pubblico perchè, come dici tu, rispecchio la
tipologia del fighter moderno, che combatte in tutte le discipline,
affrontando ogni sfida con estrema grinta e cattiveria “sportiva”, ma
allo stesso tempo con umiltà e rispetto per il mio avversario.
Una rivincita con
Santagostino?
Una rivincita? Perchè no! Mi sono aggiudicato la vittoria ed è
stato un match bello e duro, ma avrei voluto fare di più, quindi non mi
sono esaltato per la vittoria…e poi una rivincita non la negherei mai a
nessuno
Complimenti a te ed
al tuo team. In bocca al lupo per il futuro.
Grazie a te, Dino. CREPI IL LUPO!! Volevo infine ringraziare la
mia ragazza, che mi supporta e sopporta durante la preparazione dei miei
combattimenti.