Dopo il Polaris 2, che ha visto vittorioso Luca Anacoreta, in un prestigioso contesto internazionale, sono apparsi degni di attenzione, due risultati:
- Garry Tonon vs Masakazu Imanari
- Eddie Cummings vs Reilly Bodycomb
In entrambe le due lotte, su 15 minuti, senza punti e con regola “Submission Only”, senza attribuzione di punti per alcun tipo di azione, si affrontavano specialisti di diversa estrazione lottatoria.
Garry Tonon (Jiu Jitsu), ha sconfitto in meno di 2 minuti con una chiave al tallone Masakazu Imanari, uno specialista di questo tipo di attacchi, laddove spesso si sente dire che chi pratichi l’Arte Suave sia debole proprio su quell’aspetto tecnico.
Stessa sorte è occorsa a Reilly Bodycomb, un lottatore specializzato negli attacchi alle gambe, di estrazione sambistica, ma comunque attivo anche in competizioni di Submission Wrestling.
Anche lui ha perso in meno di due minuti, con Eddie Cummings, un Jiujitero. Anche Bodycomb è stato fatto fuori con una chiave al tallone (sua specialità, assieme alle chiavi alle gambe in genere).
Entrambi hanno vinto applicando tecniche non ammesse nel regolamento di Jiu Jitsu sportivo, ma che chi si allena sul serio e chi compete anche con altre regole, conosce.
Non sono qui a tessere le lodi del Jiu Jitsu, che ha battuto, sul loro terreno, esponenti di altri stili di lotta. Non esistono stili alfa ed in passato ho messo video di Imanari che finalizzava, in match di MMA, qualche malcapitato brasiliano.
Gli elogi sperticati di ciò che si pratica, spesso celano un complesso di inferiorità che si vuole mascherare, oppure invidia per “gli altri”.
Gli elogi sperticati di ciò che si pratica, spesso celano un complesso di inferiorità che si vuole mascherare, oppure invidia per “gli altri”.
Il “succo” della questione è da ricercarsi in un fatto molto semplice: lo scopo principale del Jiu Jitsu è finalizzare e, per fare ciò, si continua a lottare a lungo al suolo, laddove altri stili prediligono assegnare la vittoria anche in altri modi (proiezione, osaekomi, schienamenti).
Lottare per finalizzare significa cercare e trovare alternative e varianti per giungere all’obiettivo. E questo rende tutto molto più semplice. Puoi proiettare, attaccare, rovesciare, passare la guardia, ma l’unica cosa che conta è costringere alla resa l’avversario. E questo nel Jiu Jitsu riesce molto bene, soprattutto quando si ignorano gli schemi cervellotici dei regolamenti.
Se si lotta per finalizzare, che per il Jiu Jitsu è l’essenza del confronto stesso, per chi pratichi altri stili,vincere diventa una impresa non impossibile, ma nemmeno facile.
Detto questo, mi dissocio da chiunque affermi che il Jiu Jitsu sia lo stile di lotta migliore.
Ognuno ha le sue peculiarità e caratteristiche, da cui imparare.