Si dice che nella vita ci si ricorda di qualcuno non tanto perché sia stato “bravo” o “cattivo”, quanto per come si sia comportato con noi.
Lunedì scorso, Erno ha perso un match di MMA, in Romania, contro un avversario fortissimo, ormai pronto per l’UFC.
Senza entrare troppo nel merito della questione, quel match io non l’avrei mai accettato, a meno che non fosse all’interno di un evento particolarmente grande e prestigioso. Era, tra l’altro, un match di rientro, dopo due  anni di assenza.
Erno ha combattuto con i calzoncini della nostra Accademia, dimostrando di non aver dimenticato noi tutti ed il tempo trascorso assieme, in quella che è stata la vecchia sede della Kama.
Credo che Erno si sia ricordato, appunto, di quanto il gruppo tutto gli abbia voluto bene e lo abbia stimato ed apprezzato per la tenacia e la volontà che ha sempre dimostrato.
In uno spazio che offriva solo un tatami, Erno credo abbia saltato, in poco più di due anni, meno di cinque allenamenti. Ha fatto MMA, Grappling e, per “onorare” lo spirito della nostra Accademia, ha anche fatto Jiu Jitsu.
Abbiamo girato, per preparare gli incontri, qualsiasi palestra che potesse offrire sparring adeguati, in qualsiasi orario.
Niente di cui essere tristi, Erno.
Lo sport è una metafora della vita. A volte si vince, a volte si perde. L’importante è girare a testa alta.
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