Dopo 7 anni e 16 vittorie consecutive, Anderson Silva perde la cintura dei Pesi Medi, lasciandola nelle mani di Chris Weidman, nei giorni delle celebrazioni per la ricorrenza del 4 Luglio.
Weidman ha iniziato molto bene, portando subito a terra il brasiliano, che ha dovuto difendere dalla mezza guardia l’azione non particolarmente potente, ma molto efficace e continua dell’americano, che ha anche tentato dapprima una leva al ginocchio ed, immediatamente dopo, una leva al tallone, dalle quali il campione è sfuggito.
Tornati in piedi, Silva ha impostato l’azione come già aveva fatto con Demian Maia e Forrest Griffin, per citare un paio di avversari, a mani basse ed invitando l’avversario ad avanzare, consapevole della propria superiorità nello striking.
Silva è però apparso insolitamente nervoso e, sia alla fine del round che all’inizio, ha invitato platealmente il suo avversario ad attaccare.
Anche nel secondo round Silva ha impostato il match a mani basse. Ma stavolta questo atteggiamento gli costerà sconfitta, ko e perdita del titolo.
Poco dopo il primo minuto di lotta, infatti, Weidman ha colpito il campione, che ha finto di aver sentito il colpo, con un atteggiamento palesemente irridente, ma ha continuato una combinazione, nella quale è entrato con precisione il gancio sinistro, che ha messo a terra Silva. E’ seguita quindi una breve azione di Ground and Pound, stoppata dall’arbitro dopo pochi colpi.
Weidman vince per kot ad 1’18”, generando una delle più grosse sorprese nella storia delle MMA, diventa campione e porta a 10-0 il proprio record.
Avevo previsto la vittoria di Weidman, ma vedere Silva sconfitto nel proprio gioco, crea un notevole effetto, sebbene l’atteggiamento del brasiliano abbia contribuito decisamente all’esito del match, nel quale il divario tecnico tra i due, nello striking, era davvero immenso.
Vedere un campione come Silva cadere sul campo di battaglia è meno "unbelivable" del fatto di aver perso soprattutto (ritengo) a causa del suo atteggiamento che poco porta circa il rispetto e l'educazione nei confronti dell'avversario.
A.G.